Napoleone Martinuzzi (1902 - 1977)

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Sin dall'infanzia mostrò interesse per l'arte e iniziò a lavorare nella fabbrica di ceramiche di Giacomo Vivante a Murano, dove acquisì competenze nella lavorazione dei metalli e si specializzò nella fonderia artistica e nel cesello. Successivamente si iscrisse alla Scuola libera del nudo di Venezia, dove studiò con Antonio Dal Zotto, attingendo alle influenze simboliste e all'Art Nouveau. Fece il suo esordio nel 1908 presso Cà Pesaro, esponendo due sculture e quattro targhette sbalzate. Due anni dopo si trasferì a Roma per collaborare con Dal Zotto e Tamburlini nell'allestimento della mostra di Valle Giulia nel 1911. Il periodo trascorso a Roma ebbe un ruolo fondamentale nella formazione di Martinuzzi, che ebbe l'opportunità di conoscere la scultura di Ivan Mestrovic, il quale espose oltre ottanta opere a Roma e catturò l'attenzione della critica. Martinuzzi cercò di unire la monumentalità di Mestrovic al simbolismo di Minne, presentando le sue opere alla II Secessione romana e alla mostra dei rifiutati al Lido di Venezia nel 1914.

Nel 1917 iniziò una lunga amicizia con D'Annunzio, il quale gli commissionò un monumento funebre che però non fu mai realizzato. Tuttavia, questa esperienza spinse l'artista a considerare anche la possibilità di dedicarsi all'architettura monumentale. Nel 1923 gli fu affidato l'incarico di creare il Monumento ai Caduti di Murano, che completò nel 1927. Negli anni '20 si dedicò alla lavorazione del vetro, contribuendo alla rinascita dell'arte decorativa veneziana. Fu direttore artistico della vetreria di Paolo Venini e fondò la sezione veneziana della Confederazione delle Arti Plastiche insieme a Cadorin, Sacchi e Brass, sotto la direzione di Carrà e Soffici. Martinuzzi espose anche all'estero, a Parigi nel 1937 e a Città del Messico nel 1940. Napoleone Martinuzzi morì a Venezia nel 1977.

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